Dante Farricella fotografo

Esther - Antigone - Quarto episodio


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"Daemonia Nymphe - Summoning Pan"

 

Antigone rappresenta nella tradizione la lotta tra la "pietas" e la legge. Ma al tempo odierno rappresenta anche la lotta che le donne sostengono per la libertà dei propri popoli e per i diritti. Il persiero va subito alle donne iraniane, o alle donne curde.

 Con Esther stiamo riflettendo su questo tema, e questo "primo atto" è stato un lavoro sul quarto episodio dell'Antigone di Sofocle, da cui sono originate le immagini che potete vedere   

 

ANTIGONE Guardate, cittadini della patria, mi sto avviando per l'ultimo viaggio, a scorger l'ultima luce del sole.
Alla riva dell'Acheronte, l'Ade che tutto assopisce mi conduce ancora viva.
A me fu sottratto e per me si leverà: è stabilito che la sposa d'Acheronte sarò. 

 CORIFEO Ricoperta d'onore e di rimpianto affronti il corridoio della morte,
non colpita da una malattia, nè premiata da un colpo di spada,
ma scenderai da viva e consensiente e da sola nel tenebroso regno. 

 ANTIGONE A me è ben noto come di Tantalo la sfortunata figlia, alla vita mancò.
Fu sulla vetta del Sipilo che un'edera tenace la serrò in abbraccio mortale.
Corre voce che la neve eterna su quel versante la fonte abbia nel continuo pianto dell'infelice su rocce e dirupi.
Proprio a questo destino sfortunato sento che la mia sorte mi accomuna.

CORIFEO Quella era una dea nata da un dio, noi mortali siamo, invece, nati da mortali.
Ma quando sarai morta, potrai dire con vanto che in vita e in morte la stessa sorte toccò a una dea ed a te in egual misura. 

ANTIGONE Sono schernita, ahimè, grazie agli dèi non sono ancora morta e tu mi insulti.
O città amata,e voi concittadini ricchissimi, sorgenti dircee, sacro bosco di Tebe,
almeno voi siate miei testimoni: non compianta da amici, condannata da crude leggi. vado a sepolcrale prigione.
Quale sarà la mia condizione se per i vivi sarò sempre morta e per i morti rimarrò straniera? 

CORIFEO Verso il limite estremo dell'audacia sei giunta, o figlia,
hai scontrato il trono della Giustizia e forse stai pagando una colpa commessa da tuo padre. 

ANTIGONE Ricordo doloroso hai toccato: la sciagura che ha colpito mio padre e dei Labdacidi la mala sorte.
Oh, sventura del talamo materno, spaventosi amplessi dell'incestuosa madre con mio padre dal qual nacqui, io,
la maledetta che va via straniera, senza nozze, per non fare ritorno.
E tu, fratello, che nozze infelici hai ricevuto in sorte! Pur da morto mi hai ucciso quand'ero ancor viva. 

CORIFEO Son da badare le onoranze ai morti, ma non bisogna offendere il potere: è stato il tuo carattere a tradirti.  

ANTIGONE Nessuno mi compiange, niente amici, niente canti di nozze, e, purtroppo a questo viaggio sono rassegnata. ... 

Questa tomba è la mia camera nuziale, prigione sotterranea a cui m'avvio a ritrovare i defunti parenti quasi tutti caduti con violenza. ... 

Qual legge degli dèi ho trasgredito? Quale divinità debbo invocare? Accusa di empietà ha guadagnato la devozione mia. ... 

O Tebe che sei la città del padre e degli antenati, son trascinata a forza.
Guardate voi, maggiorenti della città, la superstite sono dei figli del re, quali mai soprusi, e da chi, io devo sopportare sol per avere amato la pietà! 

 

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